Sportabilità, arriva il finanziamento da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia
Il Progetto Sportabilità ha ottenuto la qualifica di “iniziativa emblematica” da Fondazione Cariplo e un finanziamento di 1,7 milioni di euro (1,190 milioni da Fondazione Cariplo e 510mila da Regione Lombardia) che dovranno essere utilizzati a parziale copertura dei costi complessivamente stimati per 2,2 milioni di euro.
Sportabilità è stato progettato da A.C. Crema 1908, Opera Pia Oratorio San Luigi, Anffas Crema, Igea, Krikos, Altana, Scaccomatto, Filika’.
L’idea progettuale nasce a luglio del 2014, quando il Consiglio direttivo del Crema 1908 ha condiviso l’idea di intraprendere un percorso virtuoso congiunto di aggregazione e di inclusione sociale.
Sportabilità si sviluppa sulle solide fondamenta delle finalità del centro di aggregazione giovanile Oratorio Opera Pia S. Luigi, nel cuore di Crema.
Il progetto punta a favorire la coesione sociale attraverso la promozione e l’esercizio di attività ludico sportive e a percorsi formativi e di educazione alla diversità.
Per raggiungere tale obietttivo sono state condivise 13 azioni: affiancamento ed educazione alla pratica sportiva per minori disabili; affiancamento ed educazione alla pratica sportiva per adulti disabili (SFA); tandem non vedenti; screening di neuro-psicomotricità dell’età evolutiva (prevenzione all’evoluzione di disabilità psico fisiche); affiancamento fisioterapico ad attività ludico sportiva; gruppi di cammino; educazione alla salute attraverso l’attività ludico sportiva; riqualificazione strutture del CAG Opera Pia Oratorio San Luigi; spazio diversamente abili/anziani “percorsi di benessere”; attività sportive e laboratori per BES; Ticon zero: arte, teatro, formazione educativa; dai luoghi di cura alla cura dei luoghi; coordinamento della progettualità.
Il progetto è iniziato a giugno 2015, si concluderà a maggio 2018.
Ponendo al centro della programmazione la persona, indipendentemente dalle sue abilità, Sportabilità si propone di promuovere l’evoluzione del concetto di centro di aggregazione giovanile in quello di luogo di inclusione sociale.
Lo sport diventa, quindi, lo strumento aggregante tra la “rete” di operatori qualificati in materia di persone disabili e altre significative realtà presenti sul territorio.
