INTERVISTA A SIMONE BOSISIO

INTERVISTA A SIMONE BOSISIO

di Vincenzo Clemente

 

Simone Bosisio, vimercatese classe ’94, veste nerobianco dal dicembre del 2014. Una carriera iniziata precocemente con  il vanto di contare oltre 70 gettoni presenza in Serie D già all’età di 22 anni.  Terzino ambi-destro, cresce nel Milan dove in 6 anni parte dai pulcini e raggiunge la categoria Allievi Nazionali. Viene però “battezzato” nel calcio vero ad Olginate in D (dove disputa l’intera stagione da titolare fisso pur essendo ben al di sotto dell’età minima dei sotto-quota obbligatori), seguono le stagioni alla Pistoiese, al Santhià e alla Folgore Caratese (sempre in Serie D). L’anno del possibile salto nei professionisti però qualcosa va storto e si ritrova senza contratto dopo il ritiro con il Bellaria di Lega Pro. A metà stagione viene prelevato dall’A.C.Crema 1908, in Eccellenza, sotto la guida tecnica di mister Nicolini. Nella stagione in corso Bosisio palesa una crescita personale esponenziale fino a diventare un tassello insostituibile della difesa nerobianca. Quando, durante la gara di Caprino, è rimasto a terra dopo un contrasto fortuito con un avversario, in molti hanno pensato che si trattasse di qualcosa di serio. “Lui non è uno che fa scenate” mormoravano i tifosi sugli spalti mentre il fiato era sospeso in attesa che Simone si rialzasse da terra. E purtroppo così è stato. Nessuna scenata, anzi. Simone a caldo ha anche provato a rimettersi in moto riuscendo stoicamente a giocare un altro quarto d’ora, fino all’intervallo. Poi la sostituzione inevitabile, il dolore che pian piano si fa pungente e la paura dell’infortunio grave che si fa sempre più insistente. Il giorno seguente le brutte sensazioni trovano impietosamente una spiegazione medica. La diagnosi è agghiacciante: rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro.

Abbiamo sentito Simone a pochi giorni dal brutto incidente.

 

Ciao Simone, in questa fase della stagione il tuo infortunio proprio non ci voleva. Te la senti di ricostruirci l’episodio?

Durante la gara di Caprino stavo intervenendo sul pallone insieme ad un avversario. C’è stato un contatto abbastanza energico ma in sé non è stato un contrasto particolarmente duro, tuttavia ho sentito un rumore insolito con un dolore intenso sotto il ginocchio. A caldo non mi sono reso conto della gravità dell’infortunio per questo, una volta rimessomi in piedi,  ho deciso di provare a proseguire la gara. All’intervallo però il dolore ha cominciato a farsi sentire e mi sono chiamato fuori chiedendo di essere sostituito. La sera ho cominciato a sentire un dolore sempre più intenso e li ho capito che non me la sarei cavata in poco tempo. Il giorno dopo infatti gli esami hanno dato la scoraggiante diagnosi.

Le previsioni più ottimistiche ti rivedono in campo tra non meno di 7/8 mesi. Quando hai preso atto della gravità dell’infortunio cosa hai pensato?

All’inizio ho imprecato contro la sfortuna poi però mi sono rasserenato e ho pensato che questo è un rischio che va tenuto in considerazione quando pratichi questo sport. Purtroppo sono cose che possono capitare a chiunque e in qualsiasi momento.

Ora dovrai sostenere la squadra da fuori. Cosa ti aspetti dai tuoi compagni e quali sono le tue previsioni sul finale di stagione?

Dai miei compagni mi aspetto che continuino a lavorare con questo impegno e questa determinazione mentre sul finale di stagione io non ho ancora perso la speranza di poterci riavvicinare alla vetta. Non dico che sia facile ma il bello del calcio è che finchè la matematica non emette la sentenza di resa, tecnicamente la possibilità di agganciare il primo posto è ancora viva e a me piace crederci fino alla fine.

Cos’è mancato, secondo te, per essere li davanti insieme al Cavenago Fanfulla a giocarvi la vittoria del campionato?

Due cose in qualche modo collegate fra loro: continuità e fortuna. Gli episodi decidono spesso gli incontri e a volte può essere una questione di centimetri. Se in alcune partite avessimo avuto un po’ di fortuna in più avremmo sicuramente raccolto più punti e di conseguenza avremmo avuto una classifica più giusta e maggiore serenità.

Da quando sei al Crema hai vissuto due avvicendamenti in panchina. Cosa ne pensi di mister Montanini e del suo modo di lavorare?

Sono davvero felice e soddisfatto del suo arrivo. Lo trovo un allenatore capace, preparato e che sicuramente interpreta molto bene il suo ruolo. Mi sono adattato subito al suo metodo di lavoro così come penso non abbiano fatto fatica anche i miei compagni. Sono personalmente molto fiducioso per il futuro con lui in panchina.

 

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