SERIE D, STEFANO BELLINZAGHI ALLA GUIDA DELLA PANCHINA NEROBIANCA
Arriva Stefano Bellinzaghi dopo una vita da leader nei vivai di Inter e Milan: «Qui per fare un passo in avanti, categoria adatta alla maturazione dei giovani»
L’AC Crema 1908 ufficializza la scelta del nuovo mister per la stagione 2021-2022 della Serie D. Si tratta di Stefano Bellinzaghi, 50 anni, storico mister delle giovani dell’Inter, del Milan e del Cagliari dove si è affermato come un grande costruttore di talenti oltre ad essere un allenatore di forte personalità e dalle idee innovative. Allenatore professionista in possesso della patente Uefa A, Stefano Bellinzaghi ha lavorato nel vivaio dell’Inter per 17 anni. Ha guidato le formazioni degli Esordienti e dei Giovanissimi Nazionali vincendo il campionato 2015 e la Nike Premier Cup 2016. È stato viceallenatore della Primavera dell’Inter e ha collaborato sistematicamente con l’area scouting occupandosi della gestione dei Centri di Formazione e delle squadre affiliate oltre ad organizzare i corsi di formazione per i tecnici. Dal 2013 è docente per la Figc di tecnica calcistica nei corsi Uefa C che hanno il compito di istruire i futuri allenatori. Ecco che cosa ci ha detto nell’intervista.
Mister, perché la Serie D e perché il Crema?
“Mi piace guardare avanti. Stimo molto la Serie D che reputo un campionato complesso e avvincente dove in presenza di determinate condizioni ambientali il mix costituito dai giocatori anziani e dai giovani è tutto a favore di questi ultimi. Una prospettiva che si rivela coerente con il mio percorso e che qui al Crema, considerata la filosofia della società, credo sinceramente di poter realizzare”.
Quali sono i moduli di gioco che ritiene più efficaci?
“Preferisco valorizzare l’atteggiamento mentale rispetto ai moduli. Mi identifico in una visione del calcio che valorizza la volontà di essere protagonisti in campo. I giocatori devono essere sempre propositivi. E quando si perde il dominio della sfera tutti devono lavorare per recuperare il controllo della situazione. In questo quadro anche i modelli di gioco sono importanti e prendono forma dalle predisposizioni dei giocatori che sono chiamato a dirigere. Ma non ho idee precostituite e non mi piace mortificare i calciatori. Ognuno ha le sue prerogative e deve riceve la fiducia che merita”.
Quali sono i suoi maestri?
“Francamente non ho punti di riferimento inequivocabili anche se apprezzo le intuizioni di quegli allenatori che promuovono il protagonismo. Le visioni di Sarri, De Zerbi, Gasperini si muovono certamente in questa direzione ma potrei fare anche altri esempi della scena internazionale. Sono curioso. Si impara dal grande allenatore e anche da un’attenta osservazione condotta su un campo di periferia. La ricerca delle soluzioni non si ferma mai”.
Qual è il rapporto corretto tra la prima squadra ed il settore giovanile?
“Il Crema tende a promuovere i giovani. È un’impostazione nella quale mi identifico poiché credo che si debba definire una continuità tra le due dimensioni. Un risultato sicuramente che, però, non è facile da ottenere. Più sale il livello e più il raggiungimento della meta diventa critico. Il fatto però che la formazione maggiore ed i gruppi del settore giovanile si allenino nello stesso luogo per me è un fattore incoraggiante. A livello professionistico non sempre accade e credo che questo sia un limite del nostro calcio rispetto ad altre esperienze di successo. Penso al calcio nord europeo dove la contiguità è massima”.
Che cosa ama e stima di più in un giocatore?
“Apprezzo soprattutto il valore tecnico e la voglia di mettersi in gioco. La determinazione e la cattiveria agonistica costituiscono la base ma, nella mia personale scala di giudizio, hanno la precedenza la tecnica e la curiosità”.
Quanto è importante lo spogliatoio?
“È un ambito strategico perché un gruppo unito e leale è un gruppo difficile da sottomettere in campo. Compito del mister è avere una visione d’insieme e lo spogliatoio costituisce un elemento fondamentale per infondere sicurezza e armonia. Sono componenti indispensabili per creare una squadra davvero competitiva. Ai fini dell’equilibrio e della coesione del gruppo è molto importante anche il contributo dello staff e del vice allenatore”.
Quali sono i suoi obiettivi per la stagione?
“Voglio creare un gruppo che sia pronto a raccogliere la grande sfida che ci attende. L’etica, la volontà, la fede nel lavoro sono i pilastri sui quali dobbiamo avviare e consolidare il nostro percorso. Dovremo avere rispetto per noi stessi e per gli avversari. L’ambiente del Crema ha tutte le caratteristiche per realizzare questa premessa che reputo indispensabile e ringrazio il presidente Enrico Zucchi per l’opportunità che mi è stata concessa. In merito alle tempistiche siamo nella fase di costruzione della rosa. Gli aspetti prevalenti sono di natura organizzativa. All’inizio di agosto inizieremo il programma di allenamento. Ci aspetta un duro lavoro e non vedo l’ora di iniziare”.